Conclusione
Vediamo che ogni indicatore di valutazione ha le sue caratteristiche che gli conferiscono vantaggi e svantaggi. Se il PER e il rendimento possono essere utili come primo approccio, sono chiaramente insufficienti.
Ritengo che per avere una buona visione dell'azienda sia opportuno utilizzare almeno 2 indicatori di valutazione (oltre ad un'analisi della qualità dei suoi fondamentali). Dobbiamo innanzitutto ricavare un'immagine del valore “statico” dell'azienda, attraverso una fotografia del suo bilancio. Per fare ciò utilizziamo il rapporto prezzo/valore contabile. Cerchiamo poi di determinarne il valore più “dinamico”, attraverso il prospetto dei suoi risultati o dei suoi flussi di cassa. Per fare ciò utilizziamo il rapporto prezzo/vendite e/o il rapporto prezzo/flusso di cassa disponibile. Questi tre rapporti si sono chiaramente dimostrati validi.
Tuttavia, come abbiamo già sottolineato, è importante guardare non solo alla valutazione ma anche ai fondamentali, come la liquidità, i debiti, l’evoluzione del margine, la capacità di pagare gli interessi e rispondere ad altri obblighi finanziari. Se non lo facciamo, corriamo il rischio di portare alla luce una "trappola del valore", una trappola del valore, in breve una falsa buona idea...
La finanza, nonostante ciò che si potrebbe credere, non è una scienza esatta. Resta una scienza umana, anche se l’informatica vi si è lanciata senza ritegno. Tutti questi rapporti sono lì per aiutarci a fare la migliore scelta possibile, ma alla fine non possiamo essere sicuri del risultato. Questo è un bene, altrimenti significherebbe che chiunque potrebbe guadagnare in borsa senza correre alcun rischio... e di conseguenza la redditività diventerebbe prossima allo zero.
È quindi consigliabile mettere tutte le armi dalla propria parte acquistando titoli con buoni fondamentali a prezzi bassi. In tal modo, limitiamo il più possibile i rischi ottenendo al contempo buone prestazioni. Di tanto in tanto possiamo commettere errori, ma con un minimo di diversificazione garantiamo che l'impatto dei nostri errori rimanga marginale rispetto al risultato complessivo.
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Serie di articoli molto buona! Il riassunto è comprensibile nonostante la massa di informazioni. Grazie per aver condiviso la tua conoscenza!
Grazie Soso
Ritornando ai metodi di valutazione dei titoli, poco dopo la scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi 2019, osservo che l'amministrazione fiscale (in Svizzera) indica quanto segue per la valutazione dei titoli non quotati in borsa:
– I beni sono valutati al valore di mercato (che corrisponde al prezzo che si otterrebbe se l'immobile fosse venduto sul mercato alla data della valutazione, in circostanze normali).
– Per i titoli non quotati di cui non è noto il prezzo, il valore di mercato corrisponde al valore intrinseco determinato secondo le istruzioni dell'amministrazione fiscale.
– Viene applicato il cosiddetto metodo dei professionisti.
– Il valore dell’azienda è determinato facendo la media ponderata tra il valore di rendimento (che viene raddoppiato) e il valore sostanziale. La formula applicata è quindi: E = (2 Vr + Vs) / 3.
– Come base di calcolo servono quindi i conti annuali.
– Sono disponibili due modelli: (1) i conti annuali (n) e (n-1) servono come base per il calcolo, l'utile (n) viene conteggiato due volte e (n-1) una volta; (2) i conti annuali (n), (n-1) e (n-2) servono come base per il calcolo, con ciascun profitto annuale conteggiato una volta. Ogni Cantone sceglie uno di questi modelli, la società stimata può richiedere l'applicazione dell'altro modello (ma il modello deve rimanere lo stesso per almeno 5 anni prima di poter cambiare).
– Il valore di rendimento è ottenuto capitalizzando l'utile netto degli esercizi determinanti, aumentato o ridotto mediante storni o detrazioni.
– Vengono aggiunti agli utili: oneri non ammessi a fini fiscali (ad esempio costi di acquisizione, produzione o miglioramento di immobilizzazioni, ammortamenti e costituzione di accantonamenti aggiuntivi a fini sostitutivi, accantonamento a fondi di riserva, distribuzioni aperte o utili occulti, ecc.), incassi non iscritti a conto economico (es.: pagamento di utili anticipati), spese una tantum e straordinarie (es.: ammortamenti straordinari per perdita di capitale, costituzione di fondi rischi eccezionali), anticipi e altre erogazioni straordinarie a istituti di previdenza e contributi straordinari a istituti di pubblica utilità.
– Dall’utile vengono detratti: i proventi unici e straordinari (es. plusvalenze, scioglimento di riserve e accantonamenti relativi ad oneri non fiscalmente ammessi e rettificati, attribuzione ad enti pensionistici esenti se relativi ad esercizi in domanda.
– Il tasso di capitalizzazione è composto dal tasso di interesse degli investimenti privi di rischio e da un premio per i rischi fissi.
– Il tasso d'interesse dell'investimento privo di rischio corrisponde alla media del tasso di riferimento swap CHF a 5 anni, calcolato su base trimestrale per il periodo fiscale, arrotondato al mezzo punto percentuale più vicino. Alla suddetta media viene sommato il premio per il rischio, nella misura fissa di 7 punti percentuali.
– Il tasso di capitalizzazione determinante viene pubblicato ogni anno (era 7% al 31 dicembre 2019).
– Il valore sostanziale si basa sui conti annuali (n). Tiene conto delle attività e delle passività nella loro interezza. Viene preso in considerazione solo il capitale sociale versato.
Si noti che con il metodo dei professionisti, c'è sempre qualcosa da tassare, anche se la società è permanentemente in deficit e un acquirente la valuterebbe logicamente a zero...
Questo metodo ha il vantaggio di essere semplice da usare. Ma mette da parte ogni pensiero.
Questo metodo si concentra sul passato. Integra il valore della sostanza per un terzo, il che è economicamente ingiustificabile.
Questo metodo non viene mai utilizzato per operazioni di fusione o acquisizione, per le quali viene generalmente utilizzato il metodo del multiplo della redditività o il metodo dei flussi di cassa futuri attualizzati (DCF).
In ogni caso, se effettuare una valutazione con il metodo dei professionisti è interessante per il confronto, non è corretto per un investitore.
Grazie per questo interessante feedback. Bisogna però fare attenzione a tenere conto del fatto che i titoli quotati in borsa vengono negoziati a premio proprio perché possono essere scambiati facilmente. Non possiamo quindi paragonare i due approcci.