La società dei consumi è certamente buona. Ci ha permesso di aumentare sostanzialmente il nostro tenore di vita a partire dalla rivoluzione industriale. Sono finiti i tempi in cui dovevamo accendere candele, lavare a mano la biancheria e i piatti, lavarci nelle docce condivise o fare lunghi viaggi a cavallo. Allo stesso modo, oggi la maggior parte delle malattie possono essere curate senza soccombere, il che ha aumentato notevolmente la nostra aspettativa di vita. Possiamo anche corrispondere facilmente e in modi sempre più sofisticati con persone lontane da noi, cosa che semplicemente non era possibile in passato. In generale, le nostre attività sono diventate meno faticose e meno pericolose dal punto di vista fisico.
Tuttavia, non esistono guadagni senza perdite. Se il nostro lavoro oggi è meno impegnativo dal punto di vista fisico, lo è molto più dal punto di vista psicologico. A causa dei nuovi mezzi di comunicazione, Internet, posta elettronica e smartphone, il confine tra vita privata e vita professionale è diventato molto labile. Difficile quindi fare un passo indietro, staccare dal lavoro e ricaricare le batterie.
Aumentano le malattie professionali, il burnout, la depressione, per non parlare dei suicidi sul lavoro. Sebbene le malattie trasmissibili siano diventate meno pericolose, le malattie non trasmissibili, tra cui il cancro e il diabete, sono in netto aumento. Siamo diventati più individualisti, anche con le nostre patologie.
Possiamo andare più veloci, più lontano, spendendo meno, ma d’altro canto spesso ci lamentiamo di non avere abbastanza tempo per noi stessi. La nostra società è diventata ossessionata dagli obiettivi da raggiungere il più rapidamente possibile e dalle liste di cose da fare da spuntare. Fai, fai, fai... e dimentica di essere.
In passato il percorso era importante almeno quanto la meta. A cavallo non avevamo molta scelta se non prenderci il tempo necessario. Oggi, compiuta la missione, dovrebbe già essere compiuta anche la prossima. Tutto ciò ha un impatto significativo sul nostro benessere e sul nostro sviluppo. Non dovrebbe sorprendere che il nostro mondo stia impazzendo. Noi piccoli topi che ci muoviamo in tutte le direzioni, che mettiamo crocette sulle liste di cose da fare, noi che ci piacciono da matti, ma che abbiamo perso il senso di assaporare le cose della vita. Volendo tutto e subito, abbiamo dimenticato che è il tempo a dare senso alle cose della vita.
Purtroppo ne prendiamo coscienza solo quando questo tempo scompare, a causa, ad esempio, della malattia o della morte. È fermandoci un attimo, facendo un passo indietro, trascorrendo del tempo con i nostri cari, che ci riconnettiamo ai nostri valori. Chi non ha mai avuto la sensazione di ritrovarsi dopo aver trascorso 3 settimane su un'isola senza fare nulla? Ci riconnettiamo con noi stessi e con gli altri. Il nostro cervello di ratto sovraeccitato smette di surriscaldarsi e ricomincia a funzionare in modo coerente ed efficiente.
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