Più che un articolo vorrei lanciare il dibattito, più volte citato sui giornali. È innegabile che la pressione delle autorità fiscali occidentali sulle banche svizzere abbia delle ripercussioni. Sento da fonti dirette e storie di clienti "esentasse" che se ne vanno. Menzioniamo negli stabilimenti i volumi di 25%, il che è importante e lo è ancora di più trattandosi di clienti con margini elevati (il motivo è che questo cliente specifico avendo 1. come punto di riferimento il suo risparmio fiscale e 2. ha (aveva! ) poco margine di manovra, le banche non si sono preoccupate).
La domanda è come si evolverà il panorama bancario. Ecco le mie ipotesi per quello che valgono:
- Alcuni banchieri (o gestori patrimoniali, di seguito uno può usare per l'altro) guadagneranno in umiltà perché dovranno rivolgersi a clienti più esigenti, più sofisticati e meno dipendenti. Penso che alcuni si trasformeranno in veri e propri consulenti e prenderanno margini dignitosi, niente di più e soprattutto forniranno servizi con un reale valore aggiunto (il cui prezzo sarà trasparente). A mio avviso, la loro remunerazione dovrebbe addirittura essere indipendente dal patrimonio gestito (o almeno meno correlata di quanto non lo sia attualmente).
- Altri cercheranno di preservare i propri margini escogitando prodotti strutturati le cui commissioni (per il cliente) e ricavi (per la banca) saranno ben nascosti. Ciò funzionerà per portafogli relativamente piccoli di clienti non sofisticati. Nell'era del web 2.0, dividends.ch lo dimostra! Le informazioni sono a disposizione di chi le cerca.
- Ci sarà una terza categoria (che già esiste ma si rivolge solo a una categoria di trader) che sarà la banca di sconto, la 'Easy Bank', alla 'Swissquote' (il loro recente acquisto di MIG non si trova altrove in questo senso non a caso, anche se la MIG svolge un'attività diversa). Swissquote non è così scontato, ma mi aspetto nuovi arrivi.
Considererei questo sviluppo in una luce positiva, soprattutto perché le associazioni di tutela dei consumatori guarderanno alla seconda categoria, che saprà giocare a questo giochino solo con delicatezza.
I primi segnali di ciò che predico si avvertono già: la mia sensazione, molto soggettiva, è che la patina di arroganza dei banchieri cominci a incrinarsi.
D'altro canto potrebbe crearsi uno scenario che viene creato proprio da coloro che cercano di mettere in ginocchio la piazza finanziaria svizzera, vale a dire i nostri vicini europei. Infatti, anche se la base di clienti "esentasse" è significativa (nel 25% come menzionato sopra), esiste un tasso (non ancora stimabile) di questi clienti che dichiarano... ma rimangono presso la loro banca svizzera! Anche qui le ragioni sono molteplici e fanno pensare ai periodi gloriosi della Guerra Fredda:
- Neutralità della Svizzera
- Fiducia in un sistema bancario che funziona (leggi: in patria, in Francia, Belgio, Germania, ho meno fiducia)
- Nessuna fiducia nel suo sistema politico ed economico autoctono e negli incessanti cambiamenti di leggi e regole, lo Stato ficcanaso
Se questo stato di cose venisse confermato, si invertirebbe la tendenza verso una maggiore apertura e trasparenza? Non credo, forse rallenterà il tutto. Ma abbiamo un’ondata di fondi sociali che, nel bene e nel male, sta spingendo verso una maggiore trasparenza. I banchieri non sfuggiranno a questo.
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Grazie Armand per questo bellissimo articolo. Grazie anche per il riferimento a dividends.ch 😉
Completo con altri due elementi antagonisti:
– Gli europei che non potranno più esiliare i propri fondi per esentarli dalle tasse finiranno per andare in esilio. La Svizzera, anche se è in competizione con altri Paesi dove lo Stato sa mantenersi modesto, è ben armata da questo punto di vista. Potrebbe quindi trarne vantaggio una certa finanza nazionale, ma non necessariamente le major che non hanno esitato a lasciare cadere nella tempesta i propri clienti e dipendenti.
– La democrazia diretta potrebbe paradossalmente giocare un ruolo negativo nel nostro Paese. Finora era il garante della stabilità politica ed economica. D'ora in poi, con il ricorso sempre più frequente ad iniziative/referendum contro la libertà d'impresa (fissazione degli stipendi, dei bonus, armonizzazione delle tasse, orari di apertura dei negozi, freno all'immigrazione, ecc.), alcune multinazionali cominciano a farsi prendere dal panico e a chiedersi se la Svizzera è ancora la scelta giusta. Del resto, alcuni hanno già voltato le spalle e la regione del Lago di Ginevra è particolarmente sensibile a questo fenomeno.
Alla fine potremmo ritrovarci con un aumento del Private Banking in Svizzera proveniente da ricchi clienti europei esiliati nel nostro Paese, e in cambio un calo degli attivi provenienti dalle multinazionali. Ma tutto questo è solo speculazione...
Ciao a tutti,
Sarei curioso di conoscere le statistiche dei broker online (swissquote in particolare) riguardanti il paese di origine e le motivazioni dei nuovi clienti,,,,, A parte questo, mi sembra che Mauritius detassi i redditi mobili dei nuovi residenti, ma credo che ci sia un requisito patrimoniale minimo all'ingresso nel paese...
quello che so è che ricevo tantissime richieste di consulenza privata da parte di residenti francesi in relazione a broker online svizzeri…
Non mi sorprende, ho aperto un conto IB (Citigroup Germany) e una tradestation (JPM US); ciò che mi preoccupa infatti è la natura della proprietà legale dei titoli presenti su un conto,,,, secondo Olivier Crottaz in Svizzera è il titolare del conto che è e rimane proprietario di detti titoli anche in caso di fallimento di l'establishment, mentre in altri paesi non è così,,,, questo forse spiega che,, 😉
Non riesco a ottenere informazioni su altri paesi,,,,
Confermo per la Svizzera. Uno dei miei vecchi post alludeva a questo:
http://www.dividendes.ch/2012/01/la-bourse-non-merci-je-ne-jure-que-par-mon-compte-epargne/
Per gli altri paesi non ero molto interessato, devo dire.
Buonasera a tutti,
Mille grazie ad Armand per il suo articolo e a Jérôme per i suoi commenti:
Vivo in un ambiente in cui guardiamo con condiscendenza alle difficoltà che affliggono i paesi vicini e con l’idea ben radicata che il nostro Paese non potrebbe mai essere colpito e subirne gli effetti.
Ciò che mi sorprende in questa atmosfera da “salva chi può” francese:
Potremmo almeno per curiosità, dare un'occhiata al sito di geneva-freeports