Diario di un futuro pensionato (2)

Questo post è la parte 2 di 86 della serie Diario di un futuro pensionato.

Giornale

Oggi sono sempre più convinto che l’attuale mondo del lavoro non sia fatto per me. Non che io sia pigro, anzi. Ho una capacità lavorativa che supera di gran lunga la norma. D'altra parte, il mio bisogno di autonomia e indipendenza è troppo importante per dover dipendere dall'autorità di un datore di lavoro, con tutto ciò che ciò implica. Ricevere ordini, doversi rendere conto, giustificarsi, correre in tutte le direzioni per i bisogni degli altri, questo non mi motiva in alcun modo.

Allora non lo sapevo ancora, ma probabilmente è per questo che non riuscivo a immaginarmi in una professione. È così che, finita la scuola, ho fatto stage ed esperienze professionali in tutte le direzioni, senza mai trovare la mia strada. Sono ormai 14 anni che ho terminato gli studi e devo ammettere che, anche se mi sono sistemata in un settore, non ne ho mai tratto grandi soddisfazioni. Certo, non è mai stato tutto buio, ma non ho mai più potuto provare le stesse sensazioni che provavo durante gli studi, quando ero indipendente, abbandonata a me stessa e unica responsabile della mia piccola persona.

È senza dubbio questa dipendenza costante dagli altri che è così difficile convivere nel mondo professionale. I nostri successi, come i nostri fallimenti, dipendono da ciò che viene realizzato a monte e a valle da altre persone. Le nostre possibilità di agire come dipendenti del sistema sono in definitiva irrisorie, anche se dobbiamo assumercene la piena responsabilità. Al contrario, i membri dei consigli di amministrazione e gli alti dirigenti delle aziende hanno un enorme margine decisionale, mentre di fatto non si preoccupano mai quando viene impegnata la loro responsabilità. Basta guardare cosa è successo nel mondo finanziario dal 2008. È semplicemente scandaloso.

LEGGERE  5 del mattino: quando la stanchezza lascia il posto alla gratitudine
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2 commento su “Journal d’un futur rentier (2)”

  1. Girolamo,

    essendo le nostre rispettive età, background e filosofie di investimento molto simili, da quello che ho letto, ti suggerisco di co-fondare un hedge fund... e scriveremo insieme la nostra lettera di partenza! 🙂

    1. uccellino,

      un hedge fund, un fondo di investimento o un ETF. Non so quale sia il più complicato da gestire... ma sicuramente non il primo! Tuttavia, è difficile intraprendere un’avventura del genere senza il supporto di una banca. Ecco qua, messaggio inviato 😉

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