Procter & Gamble, Emerson elettrico, Coca Cola, Colgate-Palmolive, Johnson & Johnson. Cinque aziende che da sole totalizzano 255 anni consecutivi di aumento dei dividendi. Come una cittadella inespugnabile, guardano passare sotto il loro naso guerre, carestie, disastri naturali e rivoluzioni, senza preoccuparsi troppo. Questa storia impressionante dà un'immagine delle capacità di resistenza di queste cinque aziende, che riescono a generare liquidità a lungo termine, indipendentemente dagli alti e bassi economici.
Il numero di anni consecutivi di aumenti dei dividendi è un potente indicatore per chi ha una strategia di investimento basata sul reddito. Inoltre, a meno che tu non abbia già i piedi ben piantati nella pensione, è meglio concentrarsi su rendimenti medi ma progressivi che su distribuzioni ampie e stabili (o peggio, incoerenti). Il vantaggio è duplice: non solo ci assicuriamo contro i rischi dell’inflazione, ma beneficiamo anche della magia dell’interesse composto che ci permette di recuperare e superare, dopo pochi anni, i rendimenti dei cosiddetti più generosi aziende.
Prendiamo due società fittizie, Gaz-Superdividende SA (GSD) e Pharma-Dividendecroissant SA (PDC). GSD offre un dividendo attuale di 6 dollari per un prezzo di 100 dollari. PDC, che viene scambiato allo stesso prezzo, offre un dividendo di soli 3 dollari, un rendimento pari alla metà. GSD non aumenta mai le sue distribuzioni perché utilizza già quasi tutto il suo profitto per pagare il dividendo e perché la società ha un tasso di crescita lento. Al contrario, la PDC sta aumentando le sue distribuzioni ad un ritmo sostenuto di 15% all’anno. Può permetterselo perché i suoi profitti coprono in gran parte il pagamento dei dividendi e inoltre presenta un tasso di crescita molto interessante. Dopo soli cinque anni il dividendo della PDC avrà raggiunto quello della GSD, dopo dieci anni lo avrà raddoppiato, dopo 13 anni lo avrà triplicato, dopo 15 anni lo avrà quadruplicato... Vediamo Esso , La magia dell'interesse composto è discreta durante i primi anni, ma più a lungo mantieni il titolo, più funziona!
Si dice che quando si investe in azioni, lo si fa per un periodo di almeno cinque anni. Questo valore è già molto basso, soprattutto se guardiamo al “decennio perduto” 2000-2010. Un minimo di dieci anni sembra molto meno rischioso. In un orizzonte temporale di questo tipo è quindi meglio rinunciare a distribuzioni generose a favore di dividendi crescenti. Ma è anche necessario garantire che l’azienda abbia dorsali sufficientemente forti per continuare a pagare e aumentare le sue distribuzioni in futuro. In aggiunta al rapporto di pagamento, il numero di anni consecutivi di aumento del dividendo dà una buona immagine di questa capacità, soprattutto quando siamo in presenza dei cinque mammut sopra menzionati.
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