Ciao Florent
Questa è l'eterna questione tra i sostenitori della diversificazione e quelli della concentrazione.
In teoria, più si diversifica, meno rischi si corrono, ma più è probabile che ci si avvicini alla performance del mercato. Alcuni preferiscono quindi scommettere solo su pochi cavalli buoni, sperando di battere sostanzialmente il mercato.
Non sono molto d'accordo con questo approccio. La cosa più importante è il rapporto prestazione/rischio.
Non ha senso battere il mercato se ciò significa correre rischi sconsiderati.
Nel mio portafoglio oggi ho 39 posizioni. Il più grande rappresenta meno di 6% del valore complessivo. I titoli vengono scelti soprattutto per la loro bassa volatilità. Il mio algoritmo ha un rapporto vincitori di 75%. Ci sono quindi alcune posizioni in perdita, tra cui una di quasi 50%, ma alla fine questa rappresenta solo 1,3% del valore del portafoglio.
Se mi fossi concentrato solo su pochi titoli, anche se l’algoritmo fosse efficace, avrei corso il rischio di cadere in una posizione perdente che avrebbe avuto un impatto molto maggiore sull’intero portafoglio.
E alla fine si può comunque battere il mercato, anche con il portafoglio ben fornito. La strategia deve solo essere quella giusta.
8 posizioni/6 settori diventa già interessante, limita un po' i rischi, ma si può tranquillamente puntare di più.
Per quanto riguarda i titoli americani, sì, bisogna farlo, in particolare per ridurre il rischio di cambio. Vedere :
Titoli in valuta estera e rischio valutario (1/4)