Nel febbraio 2020 mi chiedevo l’impatto dei bassi tassi di interesse nel lungo periodo. Un mese dopo, ho fatto lo stesso con il COVID. Tra le conclusioni comuni a questi due articoli c’era il ritorno dell’inflazione. Possiamo dire che non c'è voluto molto...
Non solo la ripresa è rapida, ma si basa soprattutto su una massiccia iniezione di liquidità da parte del Tesoro e del governo, non solo passata e presente, ma anche futura. Inoltre, il consumo sta decollando fortemente con il progredire della vaccinazione. Nella maggior parte dei paesi si prevede presto una forte ripresa economica. Tuttavia, la produzione continua a rallentare quasi ovunque. Ci vorrà quindi tempo per far ripartire l’intero sistema economico e riuscire a rispondere a questa importantissima domanda. Tutto ciò non fa ben sperare per i prezzi.
L’aumento dell’inflazione è una minaccia diretta per i tassi di interesse. Se risalissero, il che è più probabile, sarebbe un male per i detentori di obbligazioni e titoli ad alta crescita, in particolare per coloro che sono altamente indebitati. Ce ne sono molti in questo momento... Al contrario, è una buona cosa per i detentori di azioni value a bassa capitalizzazione ben gestite e, ovviamente, per i detentori di oro. Troverai maggiori informazioni nel mio libro per sapersi posizionare bene in questo contesto.
Personalmente, accoglierei favorevolmente questo ritorno a una certa forma di normalità storica. La politica del denaro facile incoraggia certamente la creazione di imprese, ma in modo eccessivo, nel tempo, esaspera soprattutto la mediocrità economica. Oggi, molte aziende sono sogni irrealizzabili, sopravvivendo solo con il denaro loro prestato e non con il denaro che creano.
Gli investimenti value potrebbero tornare in primo piano in futuro.
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Un aumento dei tassi di interesse dovrebbe infatti favorire gli investimenti orientati al valore e penalizzare le società in crescita come quelle techno.
E dovrebbe soprattutto rimettere sotto i riflettori i titoli finanziari (banche e assicurazioni), ad eccezione delle grandi banche che sono eternamente alle prese con problemi di ogni genere (investimenti catastrofici, cause legali all'estero, ecc.).
Il tuo riferimento alle banche e alle assicurazioni mi fa pensare che se i tassi salissero, i fondi pensione non avrebbero più scuse per giustificare le loro ridicole performance.
Beh, possono sempre dire che è a causa del collasso della tecnologia...
…e i loro investimenti immobiliari!
È chiaro 🙂
Il mondo è davvero duro per questi poveri.