Non hai scelto la professione giusta?

Non hai scelto la professione giusta?Ti sei mai chiesto se avevi scelto la professione giusta? Più le cose vanno avanti, più mi dico che ho commesso un errore. A dire il vero non sono mai stato nemmeno sicuro della mia scelta. Anche quando ero a scuola, non avevo assolutamente idea di cosa avrei fatto e oggi, 30 anni dopo, non sono molto più avanti.

Ci sono alcune rare persone che hanno una vocazione. Sanno quasi fin dalla prima infanzia cosa faranno. Ma, francamente, sei sicuro della tua decisione? Io non. O meglio sì. Sono sicuro di non aver scelto la professione giusta.

Ma ce ne vuole ancora uno buono. Non importa quanto scruti l'elenco delle diverse professioni che potrebbero più o meno fare al caso mio, nessuna suscita in me un po' di entusiasmo.

Giornalista, consulente finanziario, consulente... anche i lavori che riguardano ambiti che mi piacciono non mi entusiasmano. Per quello ?

Semplicemente perché implicano la nozione di lavoro soggetto agli ordini di un capo o alle esigenze di un cliente. In breve, ti fanno dipendente. Dalla mia personalità INTJ, Sono fortemente indipendente per natura. Trovo molto difficile sopportare di essere sotto il controllo degli altri. Ed è quindi difficile, se non impossibile, per me riuscire a sbocciare pienamente in un'attività da dipendente medio.

Naturalmente non ho solo brutti momenti al lavoro. Direi addirittura che ci sono giorni in cui ci vado quasi senza dovermi sforzare. Ma comunque non è cosa mia. Non è ciò che mi fa muovere, ciò in cui voglio investire completamente me stesso.

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Da lì, non ci sono 36 soluzioni. Altri lavori ripeterebbero semplicemente lo stesso problema. L’unica alternativa è creare le condizioni che mi permettano di vivere in perfetta indipendenza. Ed esiste una sola professione che ne consente l'accesso: quella di rendita.

E tu, pensi di aver scelto la professione giusta?


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2 commento su “Pas choisi le bon métier ?”

  1. Ciao Girolamo,

    Avendo lo stesso profilo INTJ, capisco perfettamente il problema.

    Dopo aver cambiato più volte (azienda e posizione), la cosa più fastidiosa per me non è né la posizione né l'ambiente, ma il rapporto professionale datore di lavoro-dipendente.
    Non nei rapporti diretti e attuali (scambio di informazioni, monitoraggio delle direttive, scadenze, volume di lavoro, ecc.) e nelle competenze richieste ma nel problema dell'indipendenza di carattere e di mente che alla lunga può deteriorare questi rapporti professionali interni.

    Lo so, cambiare non fa altro che posticipare il problema ma permette di prendere una boccata d'aria fresca per la prima volta... E soprattutto non mi piace fare la stessa cosa per troppo tempo, stagnando e non imparando più nulla.

    Quindi per poter raggiungere questa indipendenza economica e quindi libertà, indipendenza di vita, mi serviranno circa altri 15 anni, facendo attenzione ad abbreviare il più possibile questo tempo di attesa!

    Non vedo l'ora di leggerti

    Carolina

    1. Ciao Carolina
      Grazie per il tuo commento È sempre bello vedere che non sei solo al mondo :)
      Coraggio 15 anni sono lunghi e brevi allo stesso tempo. E ne vale la pena.

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