Diario di un futuro pensionato (1)

Questo post è la parte 1 di 86 della serie Diario di un futuro pensionato.

Diario di un futuro pensionato (1)

Non lontano da un anno fa ho condiviso con voi il giornata di un pensionato, che ripercorreva in maniera più o meno romanzata la mia vita di quel momento. Dico più o meno perché all'epoca non ero un pensionato, ma poi erano state messe in atto, volutamente o meno, diverse cose che mi permettevano di vivere in maniera molto rilassata. Sfortunatamente per me, nuovi sconvolgimenti professionali sono arrivati a interrompere questa calma momentanea e oggi vivo molto peggio di quanto ho vissuto fino ad ora. Sembra che sto iniziando l'ultima immersione del curva della felicità, quello dei quaranta, anche se pensavo di potermi risparmiare questa fatica.

Eppure il"giornata di un pensionato" era stato uno stimolo, una base su cui fare affidamento. Questo articolo pilastro mi ha dato l'idea di ripercorrere attraverso un diario il mio viaggio attraverso la mia vita di futuro pensionato, disseminata come oggi di insidie, ma che deve mostrare che poco a poco poco, le cose che ho messo in atto si riflettono anche nella mia vita quotidiana La mia strategia per vivere meglio diventando rendita, spiegata nella mia. e-book, è infatti ancora attuale oggi. È solo che oggi il mio attuale contesto professionale purtroppo mi costringe a vivere diversamente, per il momento.

Come la maggior parte degli adolescenti, non mi è mai piaciuto studiare, ma non ne ho nemmeno fatto una malattia. Lo consideravo un male necessario: non studiare significava dover fare lavori manuali e fisicamente impegnativi. C'è anche da dire che allora, come oggi, le professioni artigianali erano molto disapprovate. Abbiamo preferito il mondo accogliente degli uffici. Oggi però vediamo che la disoccupazione colpisce più facilmente i venditori e i giovani laureati rispetto alle cosiddette professioni manuali. D’altro canto, l’affaticamento fisico causato da quest’ultimo ha lasciato il posto all’affaticamento psicologico e allo stress costante nelle professioni amministrative. Alla fine mi dico che oggi non sarei più infelice se usassi le mani piuttosto che il cervello... ma questa è un'altra storia.

LEGGERE  Journal d'un futur rentier (82)

Insomma, studiavo, e devo ammettere, con la mia prospettiva di oggi, che conducevo una vita privilegiata, con poche responsabilità e preoccupazioni, a parte il superamento degli esami. Questo mi ha comunque lasciato molto tempo per godermi la vita al massimo. I miei quattro anni di università sono senza dubbio i migliori che ho vissuto finora. Paradossalmente le mie possibilità economiche in quel momento erano misere.

Non avevo ancora idea di cosa volessi fare nella vita... forse già inconsciamente perché non avevo voglia di lavorare! Ricordo di aver visitato un consulente scolastico, che mi ha sottoposto a una serie di test psicologici. Tra le professioni ricercate avevo spuntato “rentier”, senza sapere ancora cosa avrebbe significato per me in seguito. La consulente mi ha semplicemente detto che il mio profilo era originale e credo che alla fine lei fosse comunque molto più prevenuta di me rispetto al risultato dell'analisi.

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