L’errore classico quando si decide di investire in dividendi è concentrarsi sul rendimento. Esaminiamo le azioni e scegliamo quelle che pagano il rapporto dividendo/prezzo più elevato. Il problema è questo le azioni non sono titoli a reddito fisso. Agire in questo modo significa quindi esporsi al rischio che questo dividendo venga abbassato o completamente eliminato, soprattutto perché i rendimenti elevati sono spesso caratteristici delle aziende in difficoltà, il cui corso azionario è fortemente sceso.
Per evitare spiacevoli sorprese come questa, è meglio scegliere rese più basse ma che aumentano in modo regolare e consistente. Alcuni di essi mostrano addirittura un tasso di crescita particolarmente impressionante. È il caso, ad esempio, di CenturyLink (NYSE:CTL), che negli ultimi quattro anni ha registrato un aumento medio annuo delle sue distribuzioni di 90.13%. Il problema di tali tassi è che è impossibile mantenerli nel tempo. IL rapporto di pagamento di CTL supera nettamente il ragionevole, con 143.07%.
Tuttavia, ci sono altri titoli i cui dividendi rappresentano una quota ragionevole degli utili e che stanno crescendo in modo spettacolare:
- Novo Nordisk (NYSE:NVO): rendimento 1,68%, crescita media annua del dividendo 33,83%, 14 anni consecutivi di aumento, rapporto di pagamento 36,55%.
- Macchine per affari internazionali (NYSE:IBM): rendimento 1,81%, crescita media annua del dividendo 18,09%, 15 anni consecutivi di aumento, rapporto di pagamento 22,74%.
- Roccia (VTX:ROG): rendimento 3,32%, crescita media annua del dividendo 17,86%, 16 anni consecutivi di aumento, rapporto di pagamento 43,87%.
- Le società di Lowe (NYSE:LOW): rendimento 1,51%, crescita media annua del dividendo 17,09%, 49 anni consecutivi di aumento, rapporto di pagamento 32,24%.
L'aumento medio annuo dei dividendi di questi quattro titoli è di 21.711 TP3T durante gli ultimi quattro anni. Il rendimento medio è sicuramente basso, con 2.08%, ma a questo ritmo equivarrebbe a 5.55% in cinque anni, 14.83% in 10 anni, 39.62% in 15 anni, ecc. Naturalmente, le performance passate non garantiscono le performance future. È una scommessa sicura che i dividendi continueranno a crescere, ma a un ritmo più lento. Ciò è addirittura auspicabile per garantirne la durata.
Vediamo però che in breve tempo un buon tasso di crescita delle distribuzioni riesce a compensare e perfino a sublimare un rendimento relativamente basso. Anche se la progressione dei dividendi dovesse scendere nei prossimi anni a 15%, o addirittura a 10%, il reddito atteso sarebbe comunque sostanzialmente superiore a quello di un titolo il cui rendimento è elevato ma stabile (cosa già di per sé rara).
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